Capezzolo introflesso: le cause
Il capezzolo introflesso è un disturbo non solo estetico ma che può anche causare alcuni problemi di natura funzionale, soprattutto alle donne in fase di allattamento.
Il disturbo può essere grave o meno grave. Quando il capezzolo introflesso è caratterizzato da un livello di gravità minimo, è sufficiente una pressione sull’areola per stimolare la fuoriuscita del capezzolo stesso, sebbene questo torni alla sua posizione originaria (e patologica) nel giro di qualche minuto. Nel livello di gravità massima, il capezzolo conserva la posizione introflessa anche in seguito a pressione, e richiede sempre un intervento di tipo specialistico.
Sono numerosi i fattori che possono causare l’introflessione del capezzolo: l’ereditarietà, una infiammazione, un trauma, una infezione e persino il cancro. A prescindere dai fattori, però, il disturbo è sempre determinato da una condizione anomala dei dotti galattofori, ossia dei tessuti canaliformi che portano il latte al capezzolo durante l’allattamento. In questo caso, i dotti si presentano più corti del normale e il capezzolo rimane bloccato all’interno della mammella.
Costo correzione capezzolo introflesso: prezzi medi |
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Da |
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Correzione chirurgica capezzolo introflesso (per capezzolo) |
500,00 € |
1.500,00 € |
Correzione chirurgica capezzolo introflesso con altra operazione (es. mastoplastica) |
200,00 € |
800,00 € |
Correzione capezzolo introflesso: perché farla
Il capezzolo introflesso, come già specificato, è una condizione che può portare ad alcuni disagi. Certamente, parte dei disagi è di natura psicologica, in quanto si tratta - dopotutto ma non esclusivamente - di un disturbo estetico. Il capezzolo introflesso non è un capezzolo normale, e ciò nei soggetti predisposti può causare imbarazzo.
E’ ovvio, però, che la conseguenza peggiore sia di natura funzionale. Le donne con il capezzolo introflesso, infatti, non possono allattare. Nei casi più gravi, la fuoriuscita di latte internamente alla mammella, anche in quantità minima, può portare a disturbi spiacevoli e finanche a infezioni.
Appare evidente, quindi, come il capezzolo introflesso sia una condizione da trattare. Per fortuna, essendo tra l’altro un disturbo molto frequente, la medicina ha sviluppato tecniche - chirurgiche e non - finalizzate alla risoluzione definitiva e non traumatica del problema.
Correzione del capezzolo introflesso: come avviene?
Nei casi meno gravi, il capezzolo introflesso viene trattato non chirurgicamente. Le soluzioni, in questo caso, sono due: l’applicazione di un dispositivo capace di creare una condizione di sottovuoto all’interno della mammella e di conseguenza una certa pressione sul dotto galattoforo, il quale si allunga e consente la fuoriuscita del capezzolo o una terapia ormonale finalizzata a un aumento leggermente ipertrofico dei dotti, che si conclude con un allungamento degli stessi.
Nei casi più gravi, si procede per via chirurgica. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sull’operazione per la correzione del capezzolo introflesso.
- Tecnica. L’intervento consiste in una incisione a livello del capezzolo, attraverso la quale il chirurgo recide gli elementi fibrosi che causano la diminuzione della lunghezza dei dotti galattofori. L’intervento viene realizzato in anestesia locale. Se la paziente mostra segnali di agitazione, evento piuttosto frequente vista la delicatezza della zona trattata, si procede anche con una blanda sedazione.
- Durata. L’operazione è molto semplice e breve. Dura infatti meno di mezz’ora. Essa viene eseguita in Day Surgery, dunque la paziente giunge in clinica di mattina e viene dimessa entro la sera, quando l’anestesia locale e la sedazione sono state smaltite.
- Tempi di recupero. Essendo un intervento solo minimamente invasivo, i tempi di recupero sono molto brevi. Già dal giorno successivo all’intervento si potranno riprendere le normali attività, a esclusione di quelle che potenzialmente possono generare una pressione sulla ferita. Questa guarisce completamente nell’arco di una o due settimane.
Rischi e complicanze di una correzione del capezzolo introflesso
Come già specificato, l’operazione per la correzione del capezzolo introflesso è poco invasiva, sicura e prevede tempi di recupero molto brevi. Tuttavia, potrebbe dare seguito a complicanze, comunque non gravi. La più frequente è la comparsa di tumefazioni e gonfiori nella zona operata. Questi possono eventualmente causare dolori ma non devono destare preoccupazione: scompaiono spontaneamente nel giro di dieci giorni.
Una complicanza per fortuna piuttosto rara ma più grave è la comparsa di infezioni. In realtà, questo rischio è connesso a qualsiasi intervento chirurgico e non è certo una esclusiva della correzione del capezzolo. Ad ogni modo, niente che non possa essere agevolmente risolto con un ciclo di antibiotici.
Infine, se il disturbo era veramente grave e il chirurgo è stato costretto a procedere non con la recisione degli elementi fibrosi ma dei dotti toutcourt, vi è la possibilità che la paziente non riesca più ad allattare.
Correzione capezzolo introflesso: quali i prezzi
La correzione del capezzolo introflesso può avvenire in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, se il caso è abbastanza grave e pregiudica la funzionalità della mammella. Ad ogni modo, se volete evitare la lista di attesa potete rivolgervi a una clinica privata, ovviamente pagando di tasca propria.
I prezzi variano in base alle esigenze della clinica e se, contestualmente alla correzione, si effettuano altri interventi, come la mastoplastica. In genere, si parla di cifre che vanno da 500,00 € a 1.500,00 € per capezzolo.
- Correzione chirurgica del capezzolo introflesso: da 500,00 € a 1.500,00 € per capezzolo.
- Correzione chirurgica del capezzolo introflesso durante altra operazione (es. mastoplastica): da 200,00 € a 800,00 €.
Correzione capezzolo introflesso: come scegliere il medico
La correzione del capezzolo introflesso, soprattutto se effettuata per via chirurgica, è una soluzione efficace. Tuttavia, lo è solo se il medico chirurgo sa il fatto suo. Dunque, è fondamentale scegliere un professionista all’altezza della situazione, e possibilmente non troppo costoso.
L’unico modo per fare una buona scelta è chiedere feedback in giro e, soprattutto, sostenere più consulti. Una volta racimolate tre o quattro esperienze, si sarà in grado di distinguere un buon professionista da uno mediocre.
Infine, un consiglio: resistete alla tentazione del turismo medico. E’ vero, in alcune zone d’Europa, specie nell’area balcanica, l’intervento costa molto di meno. Tuttavia, le garanzie di qualità sono minori rispetto all’Italia. Dunque, il gioco non vale affatto la candela.